Punti di vista discordanti che alimentano la polemica tra Caronte & Tourist e l’Autorita’ dello Stretto, per quanto riguarda la sentenza emessa dal TAR sull’appalto per la gestione della Rada San Francesco. “Leggiamo che l’AdSP dello Stretto considererebbe evidentemente dettagli di scarso rilievo, poco importanti se non sostanzialmente ininfluenti le obiezioni di chi, partendo da noi per finire ai giudici del TAR di Catania, considera invece valori pregnanti la condivisione, il confronto, la partecipazione”. Contestate e sottovalutate a quanto pare le motivazioni della sentenza che avrebbe annullato la gara d’appalto “ragioni di natura sostanziale, legate al difetto di istruttoria e al fatto che è mancato il corretto esercizio della discrezionalità” e non per “motivi strettamente procedurali” come affermato dall’ Authority. Nella nota emanata da C&T si legge ancora: “In realtà, aggiunge ancora C&T, non di questioni di dettaglio si tratta. Né si parla soltanto di astratti principi. Perché certe decisioni e certe procedure non sono soltanto un vulnus per la democrazia ma comportano inefficienze e costi per la collettività. All’AdSP sanno, ad esempio, che dopo la presunta rivoluzione a Rada San Francesco imbarcare un mezzo sarebbe inevitabilmente costato 5 euro in più dal Terminal 1 e 10 euro in più dal Terminal 2? Si tratta di un aumento del costo del traghettamento tra il 5 e il 15%. “In realtà l’aspetto più surreale di tutta la vicenda è la affermazione (assolutamente apodittica) che a infrastrutture immutate sia possibile aumentare il numero di corse estive, quando invece chi possiede navi in abbondanza e ha gestito gli approdi ha dimostrato come sia tutt’altro che così”. Una valutazione errata dunque per C & T della realtà da parte dell’ Authority, che non ha tenuto conto di fattori importanti e che coinvolgono gli utenti e tutti coloro che per motivi lavorativi utilizzano le navi come mezzo di trasporto.
